Grande appassionato di sport, lo ha sempre praticato, iniziando a tirare con una carabina al poligono sei mesi dopo l’incidente con un trattore in campagna, che a 21 anni lo ha portato a usare una carrozzina. Londra, luogo di quella che sarà probabilmente la sua ultima Paralimpiade, ha un significato particolare per lui: “Nel ’90 ci andai per la mia prima trasferta paralimpica”. Sposato, ha un figlio, Marcel, e si occupa anche di sociale attraverso una associazione che ha creato, Assi (Associazione Sociale Sportiva Invalidi): “Portiamo testimonianze, ritrovarsi su una carrozzina è come nascere di nuovo.” Nel ’93 e nel ’94 ha fatto parte della Nazionale della Fitarco.
Essere portabandiera è il giusto riconoscimento per lui: “E’ un’emozione fortissima, non sto più nella pelle. Ringrazio tutti i membri della Giunta per le parole spese nei miei confronti. Una cosa fantastica, troppo grande e bella. E’ il coronamento di anni di carriera, di dedizione e di insegnamento a tanti giovani che si sono avvicinati allo sport. Un riconoscimento che sarà di ulteriore stimolo per continuare a impegnarmi e a dare tanto a questo movimento e per proseguire in quell’opera di diffusione dei valori veri della pratica sportiva”.
Luca Pancalli lo conosce dai tempi in cui anche lui gareggiava: “E’ il giusto riconoscimento e premio a un grandissimo uomo di sport, che tanto ha dato e tanto continuerà a dare al movimento degli sport paralimpici. La scelta di De Pellegrin portabandiera della squadra italiana è la scelta di un uomo che è esempio dentro e fuori i campi di gara e che, sono certo, rappresenterà al meglio quei valori sportivi di cui il CIP, da sempre, si fa portatore. In tanti anni e in tante partecipazioni ai Giochi Paralimpici, De Pellegrin ha ottenuto tanti risultati prestigiosi, contribuendo, in ogni occasione in cui è stato chiamato a prender parte, a tenere alto il nome dell’Italia”.