di Joe Bauernfeind
“Non posso usare quel tipo di sgancio, l’ho provato una volta e mi sono dato un pugno sulla bocca”.
Questa frase è diventata una parte della mia nuova vita nel tiro con l’arco e sto dedicando me stesso ad eliminarladal lessico arcieristico del “non posso farlo”. Avendo suscitato la vostra attenzione (spero) lasciatemi anticipare, e poi rispondere a, alcune domande su questo tipo di sgancio.
Primo, perché parlo della mia “nuova vita” arcieristica?
Ciò a cui mi sto riferendo è il mio viaggio durante gli ultimi 45 anni dall’essere semplicemente un arciere a diventare tiratore, risolutore di problemi e fabbricante. Ho iniziato nel 1963 nell’era dei tiratori ricurvi con le dita e, grazie al buon Dio, sto ancora andando forte all’età di 71 anni.
Durante questi anni ho visto o ho fatto esperienza di prima mano di quasi tutti i demoni, sia fisici che mentali, che hanno afflitto gli arcieri fin dall’epoca dei Turchi. Il più crudele di questi demoni, e che mi ha quasi portato al punto di smettere, è stato il target panic.
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mercoledì 13 giugno 2012
Imparare ad usare uno sgancio senza grilletto (a back tension)
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lunedì 11 giugno 2012
La ripetizione mentale nel tiro con l'arco
di Troy Bassham
La ripetizione mentale è stata usata nel tiro con l’arco per un lungo periodo, molti la chiamano visualizzazione o raffigurazione. La ragione per cui preferiamo chiamarla così piuttosto che in questi altri modi è perché quando le persone sentono la parola “visualizzazione” sono spinte a pensare di guardare un processo, mentre “raffigurazione” tende ad implicare di immaginare l’azione, escludendo il tatto; “ripetizione mentale” coinvolge sia il vedere che il sentire ciò che vogliamo che accada.
La riproduzione mentale viene utilizzata primariamente per aiutare a realizzare il tiro che si vuole eseguire al fine di ottenere, ovviamente, il risultato auspicato. Per farlo, prima di tutto occorre mettersi nello stato mentale adatto, ripetendo mentalmente il tiro desiderato prima di compierlo. Come e quando si mette in atto la ripetizione mentale incide sulla probabilità di realizzare la prestazione voluta.
La ripetizione mentale è stata usata nel tiro con l’arco per un lungo periodo, molti la chiamano visualizzazione o raffigurazione. La ragione per cui preferiamo chiamarla così piuttosto che in questi altri modi è perché quando le persone sentono la parola “visualizzazione” sono spinte a pensare di guardare un processo, mentre “raffigurazione” tende ad implicare di immaginare l’azione, escludendo il tatto; “ripetizione mentale” coinvolge sia il vedere che il sentire ciò che vogliamo che accada.
La riproduzione mentale viene utilizzata primariamente per aiutare a realizzare il tiro che si vuole eseguire al fine di ottenere, ovviamente, il risultato auspicato. Per farlo, prima di tutto occorre mettersi nello stato mentale adatto, ripetendo mentalmente il tiro desiderato prima di compierlo. Come e quando si mette in atto la ripetizione mentale incide sulla probabilità di realizzare la prestazione voluta.
venerdì 8 giugno 2012
Allenare il tempo di tiro
di Van Webster
Uno dei primi mattoni da porre per avere successo nel tiro con l’arco agonistico è la costanza. Lo scopo dell’allenamento è quello di migliorare la capacità di ripetere con precisione ogni passaggio della sequenza di tiro. Poiché ci sono molti cambiamenti nelle condizioni ambientali, l’arciere con un sequenza di tiro costantemente sicura è di solito quello che torna a casa con la medaglia d’oro.
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lunedì 4 giugno 2012
In pace con il bersaglio
Usare la Thought Field Therapy per sconfiggere istantaneamente l’incubo peggiore di un arciere.
di Lindsey Carmichael
Nessuno sa come accada. Tu arrivi all’ancoraggio con un gesto sicuro e aggraziato, ti senti rilassato e con ogni cosa al suo posto, con le tensioni nei soliti punti; i tuoi occhi seguono il mirino sul bersaglio; sei pronto a concludere il tuo tiro normale e improvvisamente rimani congelato. Per nessuna ragione. Sei indeciso se sia più imbarazzante la continua rinuncia a tirare o l’incapacità di fermare questo meccanismo.
Il Target Panic è chiaramente una delle esperienze più difficili che un arciere può affrontare. Chiamatelo paura o fobia senza logica o ragione. Chiamatelo il peggior incubo di un arciere. Chiamatelo opportunità di crescere caratterialmente. Consideratelo trattabile con un programma in dieci passi. Non chiamatelo e provate ad ignorarlo.
Il Target Panic è chiaramente una delle esperienze più difficili che un arciere può affrontare. Chiamatelo paura o fobia senza logica o ragione. Chiamatelo il peggior incubo di un arciere. Chiamatelo opportunità di crescere caratterialmente. Consideratelo trattabile con un programma in dieci passi. Non chiamatelo e provate ad ignorarlo.
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